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Corsi di Fiori di Bach 

 

 

Il dottor Edward Bach

 
La vita   Il pensiero   La ricerca   I sette gruppi La descrizione di Bach dei suoi 38 fiori    
 

Primo di tre figli, Edward Bach nasce il 24 settembre del 1886 a Moseley, presso Birmingham, in Inghilterra. La famiglia è forse originaria del Galles, in ogni caso è che qui che si reca spesso per le vacanze, dove probabilmente nasce il grande amore per la natura che caratterizzò Bach fin da ragazzo.

Finiti gli studi secondari, Bach lavora per un breve periodo nella fonderia del padre, dove impara a conoscere la sofferenza del mondo operaio, e forse fu il desiderio di soccorrere chi non può pagarsi un'assistenza sanitaria adeguata a spingerlo poi a iscriversi alla facoltà di medicina.

Bach inizia i suoi studi all’Università di Birminghan, li termina poi a Londra, dove, una volta laureatosi, entra nell'ospedale dell'University College dirigendone il pronto soccorso e divenendo assistente nel reparto di immunologia e di batteriologia.

La pratica ospedaliera gli permette di venire in contatto con un gran numero di malati, ed è sorpreso nel constatare la diversa risposta di ognuno di loro a farmaci identici. Pian piano si orienta a studiare la caratterialità dei suoi pazienti, e quando scopre che nell'intestino vi sono determinati ceppi batterici la cui presenza coincide quasi regolarmente con quella di alcune malattie croniche, si accorge anche che a ognuna di queste malattie corrispondono pazienti dal temperamento abbastanza simile.

Scopre e inizia a somministrare sette vaccini intestinali, mentre inizia ad avvicinarsi all'omeopatia, di cui apprezza la visione più integrata dell'essere umano, che tiene conto anche degli aspetti emotivi e psichici,  e diviene in breve tempo un eminente omeopata.

A suo tempo Hahnemann aveva ipotizzato che alla base della psora (1) vi potessero essere alcuni batteri intestinali, i cui cataboliti intossinavano l'intero organismo. Bach, con i suoi vaccini, vuole portare avanti questa ricerca.

Scoppia intanto la prima guerra mondiale. Bach è responsabile di quattrocento letti, forse si sottopone a uno sforzo eccessivo per la sua costituzione delicata e viene colpito da un'improvvisa emorragia. Viene operato d'urgenza, ma gli viene diagnosticato un tumore maligno alla milza  già in fase di metastasi e la prognosi è di soli tre mesi di vita. Ha solo trentun anni. 

É un momento veramente difficile e doloroso. Sua moglie è morta di difterite più o meno nello stesso periodo in cui lui si è ammalato, e la sua vita stessa sembra ormai segnata. Dimesso dall'ospedale decide di non curarsi e si getta anima e corpo nel lavoro per cercare almeno di portare  avanti il più possibile la sua ricerca. Non si risparmia, lavora giorno e notte e, passati i fatidici tre mesi, non solo non muore, ma i colleghi non trovano nemmeno più traccia del tumore.

Bach ritiene che sia stato l'amore per il suo lavoro, che lo ha animato in quei mesi, a guarirlo.

Intanto entra al London Homeopathic Hospital, dove inizia a elaborare  la sua scoperta dei ceppi batterici intestinali in chiave omeopatica, e mette a punto i sette nosodi (2) intestinali che portano il suo nome e sono tuttora utilizzati. Il suo nome inizia ad essere conosciuto, le sue ricerche riscuotono successo e interesse nell'ambiente omeopatico; lui stesso partecipa a congressi, scrive e pubblica sulle riviste mediche e apre due studi privati, uno ad Harley Street, nella zona ricca di Londra, uno a Nottingham Place, dove riceve quasi gratuitamente i meno abbienti.

Man mano che procede con i suoi studi, Bach si sente sempre più orientato a cercare i suoi rimedi nel regno vegetale. E' infatti profondamente convinto che nel Creato esistano  equilibri delicati, che ritroviamo in ogni creatura, e che ogni tipo di violenza vada bandito per rispettare quest'armonia primigenia. E si è accorto che per molti malati assumere un nosode è una violenza, in quanto devono reprimere il disgusto, andando così, in un certo senso, "contro se stessi". L'iniezione per somministrare i nosodi è poi dolorosa, e anche questo provoca una naturale resistenza ad accettarla. Bach sa che deve cercare qualcosa che agisca come i nosodi, ma che sia appunto di natura vegetale.

Nel 1929 compie un viaggio nel Galles e trova Mimulus, Impatiens e Clematis, i suoi primi tre rimedi floreali. Inizia a somministrarli ai pazienti e i risultati sono più che incoraggianti. Intuisce di essersi incamminato in una strada nuova e che dovrà percorrerla, e solo un anno dopo, a quarantadue anni, decide di seguire il richiamo. Per continuare la nuova ricerca sa  di aver bisogno di vivere immerso nella natura, per capirne il linguaggio e i messaggi più sottili. Chiude così gli studi di Londra, vende quello che possiede e si ritira nelle campagne del Galles deciso a sostituire i suoi nosodi con sette rimedi floreali. La radiologa Nora Weeks lo segue e diviene sua assistente. Il loro lavoro è proficuo e Bach individua e sperimenta un rimedio dietro l’altro, superando di gran lunga, come sappiamo,  il numero di sette.

Alcune persone sono subito attratte da questo personaggio di studioso che vive in povertà e percorre le campagne alla ricerca di erbe medicinali, e presto si forma intorno a lui un gruppetto di seguaci, a cui Bach insegna la floriterapia anche se non sono medici. La classe medica ufficiale, che finora lo ha tollerato, minaccia addirittura di espellerlo dall’Ordine, ma Bach ignora questi richiami e va avanti per la sua strada.

A 49 anni, nel ‘35, Bach si trasferisce con i suoi seguaci a Satwell, nella valle del Tamigi, dove coltiva direttamente le piante finora individuate e dove trova gli ultimi rimedi floreali mancanti.

Poco tempo dopo, la sera del suo cinquantesimo compleanno, Bach  presenta  i risultati della sua ricerca in una conferenza ufficiale  e consegna ai suoi assistenti Nora Weeks e Victor Bullen i suoi 38 fiori, pregandoli di non permettere che il suo metodo della floriterapia venga alterato perché è perfetto così com’è.

La notte del 27 novembre del 1936, il Dottor Edward Bach muore nel sonno.   

 

(1) Hahnemann definì con questo termine un’impregnazione morbosa  dell’organismo che riteneva  fosse alla base di tutte le malattie. Ne attribuì  l’origine alle tossine, trasmesse per via ereditaria, dell’antica peste.

(2) Bach individuò sette ceppi batterici intestinali a cui corrispondevano sette gruppi caratteriali. Aveva preparato dei nosodi con i sette diversi batteri che ora intendeva sostituire con dei rimedi floreali. Nella medicina omeopatica un nosode è un medicamento preparato a partire da prodotti patologici diluiti e dinamizzati.